Aspirante allenatore e cintura nera I Dan, la Coletta precisa che “le origini del karate sono nelle terre orientali dove si praticava per andare in guerra ma già si conoscevano i benefici di questa arte. Pensi che Funakoshi, il papà del karate moderno, era un bambino esile e malaticcio e i genitori lo affidarono ad un Maestro per farlo diventare più forte sia fisicamente che mentalmente, stiamo parlando della fine del 1800!! Si parla di consapevolezza dei propri movimenti e della propria anima quindi un toccasana per la mente e corpo. Bisogna praticarlo per capire di cosa stiamo parlando!”
Il Dojo, luogo dove si insegna questa arte, non esiste il maschilismo, come non esiste il bullismo, come non esiste la prepotenza. Il karate comincia e finisce con il saluto proprio per evidenziare che ci sono regole rigide da rispettare, per tutti!!, Maestro compreso, ma si pratica sempre con gentilezza.
L’aspirante allenatore – spiega la Coletta – è il primo step nella via della maestria. Dopo questo c’è il livello di allenatore poi istruttore poi Maestro. Nel Karate come in pochi altri sport, c’è il titolo di Maestro. Con il Maestro si crea un rapporto speciale; è quello che non ti trasferisce solo le conoscenze tecniche ma ti aiuta anche in altri ambiti che per i più piccoli può essere un banale problema a scuola piuttosto che un problema con un suo coetaneo. Si confidano e tu devi aiutarli a risolvere problemi che possono sembrare banali ma per loro sono importantissimi”.
Ginnastica posturale e funzionale infine incidono molto positivamente sui soggetti che praticano questa disciplina. Nel TAISO, la “ginnastica del karate” ci sono le basi della moderna ginnastica posturale e funzionale. Il M° Funakoshi è nato nel 1868 e morto nel 1957 e ci ha lasciato un enorme bagaglio di tecniche e esercizi che ritrovo spesso nei moderni libri e corsi di Ginnastica funzionale e posturale”.