Salvatore De Luca è un esempio di quando lo sport e le arti marziali non hanno età. La sua attività di atleta prima e maestro dopo, inizia all’età di 50 anni e, come lui stesso spiega, “è una passione nata piano piano, apprezzandone i valori del rispetto che riesco a trasmettere, nonché un controllo mentali che si ottiene nel corso di anni di allenamento .
Ci sono vari benefici – prosegue – che si possono ottenere con l’arte Marziale in genere e nello specifico con il metodo del maestro Zizzo. Prima di tutto la conoscenza del proprio corpo, i suoi limiti e ciò che si può fare; la capacità di saper affrontare in una situazione di critici buona parte di problemi, dove la tecnica e il controllo mentale rivestono un ruolo importante, senza nascondere di non sottovalutare mai il problemi che si pone d’innanzi si qualsivoglia tipologia”.
“Partendo dalla base dello Judo, che tutti conoscono in quanto disciplina olimpica, lo Ju Jitsu, ed in particolar modo il metodo Shin Ken Shobu Kito Ryu, – parlando in cosa consiste la disciplina – si possono ottenere varie tecniche che possono incidere sulla capacità personale di potersi difendere in situazioni di pericolo, fermo restando l’attenzione massima che si deve avere non sottovalutando mai il pericolo che può derivare da qualsiasi accadimento e persona…..riuscendo a valutare cosa fare per la propria incolumità ,nonché quella della persona da cui ci si vuole difendere….a margine di tutto, l’arte marziale ed in particolare lo Ju Jitsu, pone alla base del progetto insegnamento, il rispetto e la valutazione di usare la propria conoscono esclusivamente per la difesa e mai per offendere un’altra persona
“Essere cintura nera significa dimostrare di aver percorso un percorso marziale, fondato sull’insegnamento del rispetto della persona, saper valutare cosa fare in determinate situazioni, mai sottovalutato il pericolo qualsivoglia esso sia….saper valutare di porre in essere tutti quegli accorgimenti che in situazione critiche possono rivelarsi utili, sempre di contro causare danni a terzi… Il raggiungimento del 2 Dan…è per me un obiettivo che pensavo fosse lontano e quasi irraggiungibile….ma nonostante l’età avanzata, ho provato una soddisfazione a che non so descrivere, soprattutto per ciò che mi ha trasmesso….l’equilibrio mentale e di personalità, la conoscenza dei propri limiti….e la consapevolezza di avere appreso comportamenti che mi rafforzano nella vita di tutti i giorni”.
Gli obiettivi futuri – in conclusione spiega l’atleta – sono quelli di poter accedere un giorno all’albo degli Istruttori, cosa non semplice, anche perché l’insegnamento va oltre la conoscenza della tecnica…insegnare l’Arte Marziale significa soprattutto formare ragazze e ragazzi, al rispetto della persona altrui…e avere la capacità di saper difendere chi si trova in un momento di difficoltà….”.