ARTI MARZIALI – Annalisa La Bella: “I social possono essere il mezzo per avvicinare i giovani al vero senso delle discipline”
Annalisa La Bella, istruttrice e praticante di arti marziali originaria di Sciacca, più volte campionessa italiana e campionessa europea di shoot boxe in Polonia. Vice campionessa del mondo di shoot boxe in Ucraina e al momento atleta pro di Mma che combatte in vari circuiti in giro per l’Italia e per il Mondo grazie anche e soprattutto al suo team, Legio’s Team Sciacca e American Top Team Roma, racconta la sua passioni per le discipline marziali.
Judo,kickboxing,muay thai,mma,grappling e bjj. Come hai iniziato a praticare arti marziali?
“Da molto piccola avevo un problema psicomotorio, pochissima forza nei polsi che mi dava difficolta’ a scrivere correttamente e percio’ avevo necessita’ di fare degli esercizi mirati con uno specialista ma a Sciacca negli anni 80 non c’era, allora mio padre decise che praticare il Judo poteva aiutarmi a rinforzare l’articolazione del polso per via dei grip (prese) al kimono ed e’ cosi’ che inizio’ la mia avventura. Ringrazio sempre mio padre per averlo fatto, perché è riuscito a farmi capire moralmente e fisicamente che spesso le nostre debolezze possono diventare i nostri punti di forza. Per gli sport da combattimento che in realta’ sono diventati la mia passione piu’ grande devo ringraziare il mio compagno e maestro che mi ha introdotto al mondo dello striking, all’inizio ci ha creduto piu’ di me perche’ mi sentivo molto distante da queste discipline non nego che avevo molti pregiudizi, dopo essermi allenata e aver fatto qualche sparring ho voluto affrontare un incontro sul ring, appena sono scesa da quel ring ho capito che mi ero persa le emozioni piu’ belle che avevo mai provato. Ringrazio il mio compagno per aver avuto quella pazienza e la voglia di supportarmi in questo percorso che mi ha stravolto la vita in meglio”.
Cosa hanno in comune queste discipline e quali i benefici a coloro che le praticano?
“Molte delle discipline che pratico hanno poco in comune da un punto di vista meramente tecnico, ma hanno un forte filo conduttore a livello mentale ed emotivo. Praticare arti marziali aiuta la concentrazione, l’autostima, la coordinazione,la propriocettivita’, l’amore per lo studio di nuove conoscenze e competenze e spesso ti mette davanti piccoli e grandi obiettivi che sono difficili da realizzare e sono con impegno,costanza,determinazione e sacrificio si riesce laddove molti falliscono, questo fa si che acquisisci una profonda conoscenza di te stessa con i tuoi limiti ben in vista da superare e i tuoi punti di forza da continuare a migliorare.
Di solito il peggior avversario da affrontare e’ il rapporto con se stessi nel superare pregiudizi, credenze,pigrizie e poca voglia di andare oltre la nostra zona di comfort”.
Quante ore si dedicano all’allenamento e come si suddivide una sessione di allenamento?
“Per un amatore si ci allena almeno due ore al giorno, i primi trenta minuti si dedicano al warm-up (riscaldamento) ovviamente specifico all’allenamento che si deve svolgere quel giorno; poiche’ le lezioni sono di diverso tipo e natura in base alla disciplina.
Mediamente si dedicano delle lezioni non solo alla cura della tecnica e della tattica del combattimento ma anche allo sparring libero o specifico a seconda dei casi, al lavoro con i colpitori, alle lezioni dedicate alla tecnica a parete o al clinch. Ci sono moltissimi aspetti da allenare specie per chi come noi ha il suo punto di forza nelle mma, in pratica non si fanno mai le stesse cose. Alla fine dell’allenamento si dedica sempre del tempo alla fase di defaticamento e stretching. Ovviamente tutto cambia e si intensifica se parliamo di un atleta agonista, perche’ ci si concentra in maniera specifica sugli obiettivi da realizzare; il maestro elabora una periodizzazione di allenamento personalizzata per tutta la durata del camp in cui ogni giorno c’e’ un piccolo step da raggiungere che implica anche la parte della preparazione atletica e quella del monitoraggio del peso poiche’ si combatte in divisioni di peso. Proprio per questo il tempo di allenamento si allunga e le sessioni non sono piu’ una al giorno.
Cosa rappresentano per te queste discipline?
“Ormai sono il mio modo di vivere, avere una forte passione non e’ qualcosa che hai part-time. La tua vita e’ focalizzata verso importanti obiettivi”.
Le consiglieresti come forma di difesa personale?
“Gli sport da combattimento sono secondo me il mezzo piu’ efficace per imparare a difendersi, non solo per la parte tecnica dedicata ai colpi, ma perche’ durante gli sparring o i match ti trovi spesso in situazioni difficili in cui devi essere lucido e concentrato per uscirne e questo atteggiamento mentale puo’ aiutare parecchio in una fase di elevato stress o shock come durante un aggressione. Durante un aggressione la lucidità la fa da padrone perche’ non sempre reagire in modo violento puo’ essere una saggia decisione. Chi e’ abituato in palestra a scambiare colpi sa bene cosa significa riceverne uno e non si blocca per lo shock che cio’ puo’ causare. Non sono molto d’accordo nel ingaggiare una colluttazione con un aggressore armato a meno che non ci sia in ballo la vita stessa”.
Annalisa La Bella attiva anche sui social come vede la promulgazione delle arti marziali attraverso i social?
“Le nuove generazioni vivono i social a tempo pieno, cercando spesso di attingere tutte le informazioni, gli approfondimenti e anche la loro rete di conoscenze non soli a livello personale ma anche sui social, spesso mi sento dire ci conosciamo sui social percio’ perche’ non cercare di far conoscere qualcosa di importante con questi mezzi. Mi ritrovo spesso a vedere adolescenti emulare esempi poco positivi perché pubblicizzati dai social; tanti di questi cercano di affascinare i giovani in maniera consumistica ad avere determinate cose, come se essere tutti uguali fosse essenziale. A me piace invece pubblicizzare cio’ che si fa sui social perche’ spero di spronare i giovani a distinguersi e quindi non ad avere ma ad essere uomini e donne diverse che imparano competenze che seguono un percorso di crescita, spesso non semplice fatto di allenarsi continuamente al miglioramento, vivere una vita sana fatta di regole e non di sregolatezze perche’ la bella serata ci puo’ stare ma la vita non e’ fatta di solo quello. Aiutiamo i giovani a sognare traguardi importanti e supportiamo per realizzarli. Il loro percorso di crescita sara’ mille volte piu’ bello del traguardo raggiunto”.
Possono essere i social il veicolo con cui condividere le passioni e trasmettere il senso delle discipline marziali?
“Io dico che i social devono diventare il mezzo per avvicinare i giovani; e siccome la responsabilità della comunicazione e’ sempre a carico del mittente dobbiamo cercare di trovare i giusti mezzi per far accadere cio’”.
Obiettivi futuri e come risponde magari a commenti dove si crede che queste discipline siano solo per i maschi?
“Il mio obiettivo futuro e’ di tornare a combattere perche’ e’ cio’ che mi emoziona di piu’, purtroppo molti match mi sono saltati per infortuni, capita quando cerchi di portare il corpo sopra i propri limiti ma finalmente il processo di guarigione sembra concluso e quindi si va verso nuovi obiettivi. L’obiettivo invece che ci prefiggiamo con il maestro in palestra e far crescere gli atleti per farli confrontare con l’elite mondiale, gia’ Elena Indelicato ha disputato un campionato del mondo Immaf ad Abu Dhabi e un europeo immaf a Belgrado come titolare della nazionale italiana e a breve speriamo di inserire qualche altro atleta a rappresentare l’Italia. Avendo vissuto in prima persona queste emozioni mi piacerebbe condividerle con quante piu’ persone possibili, perche’ l’ augurio e’ che gli atleti possano arrivare piu’ avanti di noi a fare cose meravigliose. Onestamente non credo esistano sport per uomini o sport per donne chi pensa cosi’ e’ gente che vive di pregiudizi e credenze ormai arcaiche e superate. Un fighter e’ una persona che ama mettersi in gioco, forse e’ solo piu’ coraggioso di chi sta li a pensare o ad aspettare passa in fretta dal potrei al posso tramite l’azione e questo comportamento non e’ da uomo o da donna ma da combattente”
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