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AIA MESSINA – Pasqua dell’Arbitro, lo sport come scuola di vita: gli arbitri messinesi tra fede, regole e solidarietà

Nel cuore pulsante dello sport non batte soltanto l’adrenalina della competizione, ma soprattutto il valore del rispetto: delle regole, dell’altro, della lealtà e della cooperazione. È questo il messaggio che ha attraversato, come un filo conduttore, la tradizionale celebrazione della Pasqua dell’Arbitro, organizzata lunedì 14 aprile 2025 dalla sezione provinciale di Messina dell’ Associazione Italiana Arbitri (AIA), dedicata al compianto Salvatore Rizzo.

Un evento che ha messo in luce il volto più autentico dello sport, inteso come scuola di vita e veicolo di crescita personale e collettiva, in un mondo sempre più chiamato all’accoglienza e all’integrazione. A presiedere la celebrazione eucaristica, nella storica sede di via San Sebastiano, è stato il vescovo ausiliare di Messina Cesare Di Pietro, da anni vicino alla realtà degli arbitri locali, non solo come guida spirituale, ma anche come promotore di un messaggio forte e attuale.

Durante la messa, il vescovo ha ricordato con commozione tre figure storiche della sezione peloritana recentemente scomparse – Tullio Lanese, Antonio Scionti e Mario Angioletti – sottolineando come il loro impegno rappresenti ancora oggi una testimonianza viva di dedizione e passione. “Chi arbitra – ha affermato Di Pietro – è chiamato a far rispettare le regole in campo, ma anche fuori. Il vostro ruolo è educativo, è testimonianza attiva di bene e giustizia. In un mondo spesso ribelle alle regole del gioco, voi diventate costruttori di ordine e rispetto.”

Parole condivise anche dal presidente della sezione di Messina, Santino Morabito, che ha definito l’arbitro come “un uomo o una donna di equilibrio, comprensione e pacatezza, portatore di un mandato che va oltre il campo da gioco e si fa messaggio di vita”.

La giornata è stata organizzata con il contributo del gruppo “Padre nostro…Padre di Tutti”, guidato da Andrea Pinesi, tra i 200 arbitri iscritti all’AIA di Messina. Proprio questo spirito di comunità e attenzione al prossimo ha dato il via, durante l’evento, a una raccolta solidale di generi alimentari destinati ad alcune famiglie in difficoltà della città, seguite dal gruppo di preghiera. Un gesto concreto di solidarietà, che si inserisce nel cammino quotidiano del gruppo, impegnato a donare non solo aiuti materiali, ma anche speranza, ascolto e possibilità di riscatto.

Lo sport, dunque, si conferma linguaggio universale di pace, amicizia e inclusione. Ed è proprio attraverso il fair play e il rispetto delle regole che si costruisce una società più giusta e accogliente. Gli arbitri, spesso in ombra ma sempre al centro del gioco, diventano così ambasciatori silenziosi di valori profondi, capaci di unire, educare e trasformare il campo da gioco in un laboratorio di umanità.

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