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Acr Messina: vittime del…”Patto di Riservatezza” e della “Due Diligence” sulla pelle del malato

In questi ultimi anni, nel calcio di casa nostra, siamo stati costretti ad imparare tecnicismi economico-giuridici mai sentiti prima. Tra questi, stante la situazione transitoria delle plurime società di calcio denominate “Messina”, è ormai diventato ricorrente sentire, nelle trattative di cessione, che esiste un “Patto di riservatezza”. Ed allora andiamo a documentarci su cosa vogliano dire realmente questi termini di accordo tra le parti:

“Il patto di riservatezza o di non divulgazione è un accordo stipulato al fine di garantire che talune informazioni, ritenute riservate, rimangano tali e non vengano rivelate o divulgate a terzi. Come è ovvio, oggetto del patto devono essere dati e informazioni che non siano già di pubblico dominio, altrimenti l’accordo di riservatezza stesso non avrebbe ragione di esistere.

Due Diligence, processo che consente di conoscere a priori la bontà di un partner con cui si sta valutando un accordo.”

Ora, se tutto questo può essere giusto quando ad essere trattato è un bene  “assolutamente” privato, così potrebbe non essere per una società di calcio che è, comunque, immagine e bene comune di una città intera.

Parliamoci chiaro, l’Acr Messina, in questo momento è in stato di “morte apparente”, con una proprietà scomparsa dai radar dello stadio “F.Scoglio”, una squadra praticamente in autogestione ed una situazione di classifica a dir poco disastrosa. Solo i tifosi, quasi mai così presenti negli ultimi 9 anni (compreso il periodo di limitazioni dovute alla pandemia) e gli attuali giocatori che stanno offrendo dimostrazione di professionalità, a prescindere da interessi personali, tengono ancora viva la speranza di un miracolo.

Quello che non ci è chiaro è come possa essere che ogni qual volta ci sia un “patto di riservatezza”, nel web, tra i social e/o nei bar viaggiano così tante notizie da far sembrare quel patto una pura e vera “presa per i fondelli” verso chi ha realmente nel cuore le sorti della propria squadra. Questo “patto” può dar adito ad immaginare con sospetto ad “intrighi” e notizie  capziose e/o destabilizzanti.

Così, sopportiamo il gruppo lussemburghese, il gruppo americano ed ora anche quello del nord Italia, di incerta natura operativa (energetica o pubblicitaria?).

Sveglia messinesi! Lo sport (qualunque esso sia) è si “puro divertimento, senza ricavarne utile alcuno” ma quando rispecchia una così grande comunità diventa anche “vanto e specchio di un’intera città” che merita di sapere e di non dover inseguire fantasmi. Certi che una “talpa canterina” ci sarà sempre.