Oggi alle ore 15.00 atterra a Catania per poi raggiungere Messina Antonio Obbedio, che torna in quella che per qualche anno è stata la sua casa, la sua gente. Uno dei giocatori trainanti della storica squadra del presidente Aliotta, guidata da Carlo Florimbi, che nella stagione 2000/2001 fu protagonista dell’incredibile promozione in serie B. Una compagine guidata da giocatori simbolo come lo stesso Obbedio, Campolo, Sullo, il fuoriclasse Buonocore e la punta Godeas.
Il Ds ormai ex Lucchese, si intratterrá qualche giorno, giusto il tempo per incontrare la dirigenza giallorossa, compreso il presidente Paolo Sciotto, per visitar le strutture ed approfondire i discorsi legati al contratto e alla qualità del progetto, tutte questioni lasciate in sospeso, vista la situazione che fino al 24 giugno lo ha tenuto bloccato. Obbedio ripartirà venerdì per tornare, si spera definitivamente, da lunedì, nella sua ritrovata Messina.
Queste intanto sono le prime parole rilasciate dal Ds alla Gazzetta: “Il giorno 28 dicembre ha virtualmente cessato di esistere la Lucchese. Non avevo un minimo di speranza, ci hanno raccontato solamente barzellette. L’aver saputo che qualcuno di questi personaggi è stato regolarmente pagato, come si vede dai tabulati del conto-lega, mentre noi abbiamo fatto la “fame” e gli unici che ci hanno “sfamato” sono stati i tifosi, è una cosa allucinante. Noi siamo riusciti ad andare avanti grazie ai tifosi. La cosa che questi barzellettieri non potranno mai cancellare è stato quello che abbiamo fatto noi a livello sportivo. E quello che si è creato a livello empatico con la tifoseria, che va al di sopra di tutti i soldi che ci abbiamo rimesso e che ci rimetteremo. C’erano tutti i presupposti per salvarla. Secondo me il piano della società era portare la squadra alla retrocessione, ma non pensavano di trovarsi di fronte un muro, ovvero questa squadra incredibile”.
Accennando poi qualcosa sul suo incontro con la società giallorossa: “Vado a parlare con il Messina. Ho voglia di rimettermi subito in gioco cercando di trovare una società che abbia un progetto tecnico ed economico per costruire qualcosa”. In altri interventi “sottovoce” Antonio ha manifestato gradimento e orgoglio per questa possibile esperienza in una città che lo ha segnato come simbolo dei suoi anni splendidi calcisticamente.