70 anni fa la tragedia di Superga. Il Grande Torino fermato dal fato
Il 4 maggio 1949. E’ una data triste non solo per il calcio, ma per una nazione intera. E’ la data che sancisce la fine del Grande Torino, formato da Valerio Bacigalupo, Aldo Ballarin, Dino Ballarin, Emile Bongiorni, Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli, Valentino Mazzola, Romeo Menti, Piero Operto, Franco Ossola, Mario Rigamonti, Giulio Schubert e gli allenatori Egri Erbstein, Leslie Levesley, il massaggiatore Ottavio Cortina e i dirigenti Arnaldo Agnisetta, Andrea Bonaiuti ed Ippolito Civalleri.
Solo il fato potè fermare quella squadra simbolo della rinascita di un paese, in quel periodo in ginocchio per via dei bombardamenti della II Guerra Mondiale. Fatale fu quella trasferta a Lisbona per una partita contro il Benfica, concordata tra i due capitani delle squadre a Genova, nel corso di un’amichevole tra italia e Portogallo. Protagonisti dell’accordo furono Mazzola e Ferreira.
Il Torino fu una delle squadre più forti del panorama calcistico nazionale e non solo. Cinque scudetti vinti consecutivamente, una Coppa Italia e varie imprese che furono riconosciute in tutta Europa e non solo. Per casi fortuiti, alcune persone non parteciparono alla trasferta, sopravvivendo al disastro. Tra questi, il ct della Nazionale, Vittorio Pozzo, che dovette identificare le vittime dello schianto. Il Grande Torino rappresenta ancora oggi il “calcio buono”, sopravvissuto al destino e consacrato nella memoria collettiva come leggenda immortale.
In seguito all’incidente, lo scudetto fu assegnato a tavolino al Torino e gli avversari di turno nelle restanti quattro giornate di campionato schierarono le formazioni giovanili. Per ricordare la terribile Tragedia di Superga, la FIFA proclamò il 4 maggio Giornata mondiale del gioco del calcio.